La nascita dei vaccini e la vittoria sul vaiolo

Vaccino si o no? Un tema di estrema attualità.

PREMESSA:


Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate.

I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.


Cosa è il vaccino

L’esperienza vissuta durante le epidemie di peste ha portato i medici dell’epoca ad interrogarsi sul perché un sopravvissuto alla malattia risultasse poi immune alla stessa.

Non esisteva nulla che potesse paragonarsi ad un moderno centro di analisi ed era sempre l’esperienza a tracciare la strada alle sperimentazioni.

Fu così che nel 1796 il medico naturista Edward Jenner notò come le donne addette alla mungitura non contraessero il vaiolo.

Le donne contraevano il vaiolo bovino che sull’uomo non ha effetti devastanti e principalmente non portava alla morte, ma il fatto apparentemente strano era che le stesse donne non venivano contagiate dal vaiolo umano.


Oggi potrebbe apparire strano tutto questo, ma un’epidemia di peste o di vaiolo era la cosa più normale che potesse esistere in quegli anni… per non parlare dei secoli precedenti.


Coloro che sopravvivevano alle pestilenze e alle epidemie di vaiolo o lebbra risultavano poi immuni, ma le malattie lasciavano segni sul corpo che non erano certamente gradevoli e sofferenze indicibili.


La prima vaccinazione

La sperimentazione umana oggi è assolutamente vietata, ma stiamo parlando dell’epoca in cui non c’era distinzione tra una sega da falegname e la stessa che si usava per amputare gli arti senza un’anestesia veramente efficace.

L’intuito di Jenner lo portò a prelevare il contenuto di una postula di vaiolo bovino per iniettarlo in un bambino di appena 8 anni.


Risultati immagini per Edward Jenner


Non solo non si manifestò alcuna reazione allergica, ma il bambino risultò immune al vaiolo umano.


Per ottenere un vaccino secondo un protocollo medico più moderno dovremo aspettare ancora un secolo.


Louis Pasteur.

Forse non tutti sanno che il padre della moderna microbiologia deve la sua fama agli alcolici ed in particolare alla birra.

Il 17 novembre 1873 le sue osservazioni e i suoi studi lo portarono a dichiarare che le modificazione dello stato della birra era dovuta ad agenti batteriologici estranei alla bevanda, ma presenti al suo interno.

Per immunizzare un organismo dall’attacco di un agente patogeno preparò delle coltivazioni microbiche utilizzando il midollo spinale di conigli infettati con la rabbia e bacilli di antrace riscaldati.

Nel maggio del 1881 rese pubblici i suoi progressi sulla vaccinazione con un esperimento.

 


Prese un piccolo gregge di 50 pecore, preparò una coltura di antrace riscaldato e la iniettò su 25 di esse con due dosi distanziandole di due settimane.

Dopo un mese somministrò una coltura di batteri di antrace vivi a tutte le pecore.

Morirono solo quelle che non aveva vaccinato, si apriva la strada alla moderna microbiologia.

Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità comunicò che il vaiolo era stato completamente sconfitto.


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