Cancro al polmone: un passo avanti

Cancro, ossia come vedere la vita trascorrere in un secondo




Eppure non è la malattia che miete più vittime.

Ci scombussola ricordandoci che non siamo eterni e di apprezzare ogni secondo della nostra vita.

Magari è la stessa cura che a volte fa più paura della malattia stessa.

La scienza medica non ha gettato la spugna ed ogni giorno si fa sempre più luce sull’origine di quella che è semplicemente una malattia da sconfiggere come è stato fatto nel passato per altre patologie che apparivano anch’esse incurabili.


Attenzione!
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate.
I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico

Cancro ai polmoni: il fumo è una delle principali cause.

CLICCA SULLA FOTO PER VEDERE UNO SPOT ANTIFUMO

Cancro ai polmoni.


Gli anticorpi monoclonali

CLICCA SULLA FOTO PER VEDERE IL VIDEO

anticorpi monoclonale

Keytruda (pembrolizumab)
E’ un farmaco selettivo che agisce e distrugge le cellule cancerogene del polmone salvaguardando quelle sane.
Questo anticorpo è stato “promosso” come farmaco di prima terapia che significa alternativo alla chemioterapia.
Altra speranza nasce dalla promessa che si può utilizzare anche in condizioni metastatiche e dove non è possibile operare chirurgicamente.

Chemioterapia


La parola chemioterapia letteralmente indica qualunque trattamento terapeutico a base di sostanze chimiche.

Più specificamente si riferisce ai farmaci capaci di uccidere gli agenti responsabili delle malattie.

Comprende quindi anche gli antivirali e gli antibiotici che eliminano i batteri (chemioterapia antimicrobica).

Nel linguaggio comune il termine è utilizzato in riferimento alle cure farmacologiche rivolte contro il cancro (chemioterapia antineoplastica).

Fonte: http://www.airc.it/


COME SI COMPORTA QUESTO FARMACO

Praticamente si stabilisce un’alleanza con il sistema immunitario, dove il Keytruba opera come demolitore delle cellule maligne.
Il sistema immunitario si “risveglia” riconoscendo come nemiche le cellule del cancro oramai indebolite.
La principale promessa di questa terapia  immuno-oncologica è quella di sostituire la chemioterapia.

Effetti collaterali

L’anticorpo monoclonale elimina solo le cellule tumorali  legandosi unicamente alle cellule cancerogene.
Le difese naturali del nostro organismo si riattivano stimolato a riconoscere e distruggere le cellule neoplastiche.
La Chemio distrugge i linfociti T che sono le cellule normalmente presenti nel nostro sangue in difesa dalle malattie infiammatorie ed infettive.

 


Sono molti i successi che gli anticorpi monoclonali hanno raggiunto negli ultimi decenni.
Malattie dapprima incurabili adesso si affrontano con maggiore ottimismo grazie a questi farmaci.
Utilizzati per le neoplasie del sangue una volta mortali (linfomi, mielomi e leucemie), è da un decennio che è iniziata la sfida ai tumori solidi.
Il melanoma, il tumore maligno della pelle, una volta letale al 90%, ed oggi, grazie a loro, curabile anche nella sua fase più avanzata.

Il farmaco viene somministrato in infusione venosa in flebo, per 30 minuti ogni tre settimane e per sei mesi.
E’ l’arma più precisa a disposizione, che si affianca a quelle tradizionali rappresentate dalla chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche.
Rappresenta un grande passo avanti verso la sconfitta o la cronicizzazione della malattia neoplastica.

CERTIFICAZIONI SCIENTIFICHE

Uno studio, pubblicato sul Lancet Oncology, ha testato 300 pazienti con tumore polmonare in fase molto avanzata.

Dopo oltre un anno il 70% dei malati, dichiarati incurabili ,trattati con l’anticorpo monoclonale era vivo ed in buone condizioni. Rispetto a circa il 40% di quelli trattati con la sola chemioterapia. Inoltre si è osservato più del 50% di riduzione del rischio di progressione della malattia. Mentre è stata certificata e addirittura triplicata la sopravvivenza libera da progressione della malattia.


Per ora questo farmaco viene usato principalmente su particolari tipi di tumore polmonare.
Quelli con un carcinoma non a piccole cellule (NSCLC) e con alti livelli del recettore PD-L1, che inattiva i linfociti T.
Si sta inoltre sperimentando con successo su altri tipi istologici di neoplasia polmonare,
Quelli del colon e del pancreas ottengono risposte che appaiono molto incoraggianti.

VEDI ANCHE: 

Tumori: come li vedevano nel 1904

 

916 Visite totali, 1 visite odierne

Successivo La nascita dei vaccini e la vittoria sul vaiolo